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IV
IL COMBATTIMENTO SOTTO ANCONA
(17-19 luglio)
La situazione creatasi nel settore '1éw" presenta serie difficoltà. Le posizioni tedesche apprestate sulle colline dominanti rendono impossibile alla B. Maiella ogni movimento verso i reparti avanzati. Ogni macchina, un carro, un solo soldato provoca immediatamente il fuoco delle artiglierie e dei mortai ne¬mici. La zona è relativamente ricca di rete stradale; pertanto, nel caso di attacco nemico, la "Maiella" non si trova in grado di dominare tutto il settore, che è ac¬cessibile alle azioni di fanteria e, in parte, anche alle azioni dei carri armati.
Malgrado l'accentuata avanzata della "Maiella" il ten.col. Lewicki decide di occupare la zona di Cupramontana, respingendo il nemico oltre il fiume Esino. Ciò faciliterà notevolmente l'esecuzione del compito. Per la sproporzione delle forze in confronto di quelle nemiche, il comandante ravvisa l'opportunità di procedere in un primo tempo all'occupazione di Poggio S. Vicino, concen¬trando per tale operazione il grosso delle forze della B. Maiella. L'operazione dura due giorni cosicché nel mattino del 18 luglio la "Maiella" occupa Poggio S. Vicino. Subito il grosso si lancia in direzione di Apiro, che viene occupata all’alba del 9 luglio. A settentrione della città il nemico è colto di sorpresa da un plotone della B. Maiella guidatovi nella notte dai patrioti del luogo. Profittando poi della confusione determinatasi nelle file nemiche, il comandante della “Ma¬iella" attacca con tutte le forze Cupramontana, conquistandola nelle ore po¬meridiane della stessa giornata. L’azione su Cupramontana costituisce la prima e più notevole operazione della B. Maiella; vi prende parte il grosso della bri¬gata, rafforzata da formazioni partigiane locali, complessivamente 300 uomini.
I tedeschi, durante le ore serali del 19 luglio, cercano di riprendere Cupra¬montana. Il contrattacco risulta tuttavia in ritardo e condotto senza decisione, per il che esso viene abbastanza facilmente respinto.
Profittando del successo la B. Maiella procede tatticamente operando in com¬pleto isolamento (i reparti più prossimi si trovano a 10-15 chilometri) e, pur avendo dinanzi un nemico più forte, svolge una tattica offensiva e non solo non resta indietro rispetto alle altre unità vicine, ma costantemente cerca di spingersi in avanti, laddove lo consente il terreno.
Tale condotta era naturalmente rischiosa, esigeva una notevole vigilanza e prontezza continua. Ma l'elasticità della formazione, le profonde azioni rico¬gnitive e la larga utilizzazione dei servizi informativi ne diminuivano il rischio, fornendo nel contempo al 2° Corpo e all'Ottava Armata preziose notizie.
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