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II
MARCIA VERSO IL FIUME CHIENTI
Nello spazio indifeso creatosi tra il secondo corpo polacco e il decimo corpo britannico
(20-29 giugno)
Allora la situazione generale sul fronte italiano si presentava come segue: nel settore della V Armata americana sono impegnati duri combattimenti, che ne ritardano l'avanzata, mentre nel settore adriatico della VIII Armata il 15 giugno le truppe tedesche si ritirano verso nord, rompendo il contatto con i reparti polacchi che intanto prendono posizione sul settore. Il 17 giu¬gno il 2° Corpo Polacco, muovendo dalla zona di Pescara, passa all'inse¬guimento, al fine di procedere all'occupazione del porto di Ancona.
Il giorno 20 giugno il 2° Corpo raggiunge la linea Fermo- al fiume Tenna, mentre il C.I.L., che agisce al comando del 2° Corpo, con una sua compa¬gnia motociclisti avanzata, raggiunge la città di Ascoli Piceno. Ciò quando il grosso delle formazioni si trova in azione di spostamento verso Teramo.
Il 10° corpo inglese, che agisce ad occidente del 2° Corpo Polacco, occupa Terni. In tal modo viene a crearsi tra il 10° Corpo ed il Corpo Polacco uno spazio vuoto di circa trenta chilometri di estensione.
Primo obiettivo affidato il 18 giugno al ten. Col. Lewicki in forma indi¬cativa è questo: portarsi al più presto all'altezza dei reparti di linea del 10° e del 2° corpo. Sorvegliando la zona vuota creatasi tra i due Corpi.
La scelta della linea di marcia in avanti viene lasciata al ten. Col. Lewicki che la percorrerà lungo il detto spazio vuoto.
L’avanzata della "Maiella" presenta notevoli difficoltà.
Mentre occorreva raggiungere al più presto l'altezza dei reparti combat¬tenti, la distanza e le condizioni in cui si svolge l'avanzata creano per con¬tro situazioni difficilmente superabili.
Il vuoto tra i due Corpi viene completamente occultato, le strade minate, i ponti sono fatti saltare, ciò che costituisce, in terreno montagnoso, un pro¬blema essenziale, dato che le marce di aggiramento comportano dispendio di forze e lungo tempo.
Poiché la "Maiella" non aveva, ad eccezione dei tre autocarri sempre adi¬biti al trasporto dei viveri, alcun altro mezzo, occorreva camminare a piedi, provvedendosi al trasporto delle armi pesanti, delle munizioni e dei baga¬gli mediante la requisizione in loco di carri trainati da buoi.
Durante otto giorni di marcia, senza alcun contatto con le altre forma¬zioni, ricacciando le pattuglie nemiche, per vero non numerose, la "Maiella" avanza da sola per 150 chilometri su difficile terreno montagnoso, unicamente aiutata dalle popolazioni locali, compiendo ogni necessaria marcia di aggiramento e di ricognizione e sgomberando le mine esistenti. Contem¬poraneamente il C.I.L., pur avendo circa 50 chilometri di vantaggio dalla linea di partenza, dopo pochi giorni di marcia, rimane indietro.
Allo scopo di affrettare il movimento il comandante della "Maiella" applica la seguente tattica. Il grosso della Brigata Maiella avanza sulla linea di mar¬cia in tre raggruppamenti, comandati da altrettanti ufficiali e distanti circa 5-6 chilometri l'uno dall'altro. Il plotone di amministrazione segue la stessa direttrice ad una giornata di marcia insieme con gli autocarri e gli altri mezzi di trasporto. La sicurezza della marcia è affidata a due pattuglie autotra¬sportate su jeep e comandate personalmente dallo stesso comandante della "Maiella" e dal suo sostituto.
Tali pattuglie, che precedono di qualche ora le altre forze, procedono alla ricognizione delle strade, rimuovono o determinano le mine esistenti e in¬fine cercano di orientarsi sulla situazione generale, interpellando special¬mente la popolazione locale molto ben disposta. Laddove i ponti risultano distrutti, le pattuglie ordinano alla popolazione di approntare strade di ag¬giramento, dimodoché i trasporti pesanti possono il giorno successivo se¬guire i propri reparti.
Durante l'avanzata avviene che la "Maiella" prenda contatto con piccole pattuglie nemiche nonché con altri piccoli reparti ritardatari che, dopo brevi azioni di fuoco, si ritirano prevalentemente verso nord.
Il giorno 20 giugno, il comandante, trovandosi col ten. Filliter in azione di ricognizione del terreno a nord di Aquila, cattura un sergente ed un ca¬porale delle S.S. insieme con la loro motocicletta fornita di sidecar. La mac¬china fu poi inviata a disposizione del capo della polizia del Corpo.
Il 23 giugno trascorre in azione di ricognizione della strada n. 4 nella zona di S. Giusto. La ricognizione però viene eseguita soltanto sull'asse di marcia, a causa della mancanza di tempo e della deficienza di mezzi di tra¬sporto necessari per quelle grandi distanze.
Il comandante della Brigata Maiella sorprende una pattuglia tedesca di genieri intenti alla messa in opera di mine onde far saltare le dighe in pros¬simità del lago di montagna La Conca. Il ten. col. L., coadiuvato dal cap. Lamb, rimuove le mine già pronte allo scoppio, salvando così dall'inonda¬zione la valle del Tronto.
Durante il periodo dell'avanzata il Comandante continua a riorganizzare e a completare la B. Maiella, instaurando contemporaneamente la più rigida disciplina. Ciò muta radicalmente e favorevolmente l'efficienza della for¬mazione. Circa al termine dell'avanzata, il 28 giugno, la "Maiella" dispone già di sei plotoni autonomi, della forza di circa 40 uomini ciascuno, dotati di 2-3 mitragliatrici leggere nonché di qualche fucile mitragliatore.
In tale periodo la "Maiella" che incontra soltanto sparute pattuglie nemi¬che, procede quasi senza perdite. Fino al 28 giugno queste ammontano sol¬tanto a 4 uomini, due dei quali decedono in seguito allo scoppio di mine, due feriti in seguito ad azioni di fuoco con pattuglie nemiche.
In particolare, le varie tappe della descritta marcia inseguimento furono le seguenti: 20-21 giugno: L’Aquila; 22 giugno: Montereale; 23-24 giugno: Accumuli; 25 giugno: Arquata del Tronto; 26-27 giugno Amandola; 28 giu¬gno: Morico S. Ginesio.
Il giorno 28 giugno la B. Maiella prende contatto con il nemico piazzato sulle colline a sud del fiume Chienti nella zona della città di Caldarola.
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