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Incontro con gli studenti della Scuola secondaria di primo grado “Gabriele Tedeschi” di Pratola Peligna PDF Stampa E-mail
Martedì 02 Agosto 2022 12:35

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In memoria della Brigata Maiella ed Ennio Pantaleo.  

In aprile, dopo una pausa durata troppo a lungo a causa della pandemia, con alcuni membri dell’Associazione Nazionale Brigata Maiella, Sezione Sulmona - Valle Peligna ho avuto il piacere, seppur in via telematica, di tornare a incontrare i giovani.

La Scuola secondaria di primo grado “Gabriele Tedeschi” di Pratola Peligna ha nuovamente aperto le porte a quello che fu un doloroso momento storico per il mondo intero e lasciò ferite profonde nel nostro territorio: la Seconda guerra mondiale. Abbiamo ripercorso le vicende del secondo conflitto mondiale, anche attraverso l’analisi e la visione di filmati e frammenti di film, girando i quali alcuni artisti del nostro cinema, negli anni successivi alla guerra, hanno voluto descrivere la vita delle persone comuni durante il ventennio e la guerra. Insieme agli studenti e ai loro insegnanti, inoltre, abbiamo ricostruito le fasi di costituzione e azione della Brigata Maiella e la storia di Ennio Pantaleo, entrato a farne parte nel ’44, a soli 14 anni.

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La Brigata Maiella, unica formazione resistente ad aver ricevuto la Medaglia d’oro al Valor militare in virtù della sua attività, fondata nel ’43 su iniziativa del Comandante Ettore Troilo, rappresentò per l’Abruzzo, devastato dai bombardamenti, dalle stragi e dalla miseria, una primavera di rinascita che si diffuse, grazie al sacrificio delle persone che vi combatterono, anche in altre località italiane. I suoi membri, infatti, una volta liberato il territorio abruzzese, decisero di spingersi al di là dei confini regionali, arrivando ad agire oltre la Linea Gotica. La vicenda di Ennio Pantaleo è strettamente connessa a quella della Brigata Maiella; la formazione rappresentò per lui un’occasione di riscatto da una vita fino ad allora costellata di ingiustizie, descritte nel libro autobiografico “Avevo solo quattordici anni”. Ennio si definiva “figlio di un sovversivo” perché il suo papà non era iscritto al partito fascista e aveva partecipato a uno sciopero. La sua era stata un’esistenza da bambino discriminato durante il regime e da orfano quando, quattordicenne, perse il padre. Spinto dalla rabbia e dal dolore immenso per la scomparsa del padre, decise, mentendo riguardo la sua età, di unirsi alla Brigata Maiella, diventandone il più giovane componente.

Provo sempre una grande emozione nel ricostruire con i ragazzi e le ragazze i fatti storici che si susseguirono in quegli anni, perché nel tempo ho imparato a non accostarmi a questi avvenimenti in modo distante, come se appartenessero solo alle pagine di un libro di storia, ma a sentirli vicini a me. Questo è stato possibile grazie alle testimonianze che ho avuto il privilegio di poter ascoltare dalla voce di chi visse le difficoltà di quel periodo. Una su tutte, proprio quella di Ennio Pantaleo, che, con la sua figura alta e fiera e, al contempo, con la sua struggente umiltà, per tanti anni mi ha accompagnata tra i banchi di scuola a raccontare agli studenti, attraverso la sua storia, quella di tutti noi.

Ho impiegato molto tempo a scrivere della mattinata trascorsa insieme alle classi terze della Tedeschi perché, pochi giorni dopo l’incontro, per l’esattezza una settimana dopo aver parlato delle sue vicende di coraggioso ragazzino, animato dalla disperazione e dal desiderio di una vita migliore, Ennio ci ha lasciato. Non riuscivo a trovare parole che in quel momento potessero conciliare la gioia e l’orgoglio che ogni anno si rinnovano con le celebrazioni legate all’anniversario della Liberazione dal nazifascismo, al dolore bruciante per la perdita di una persona che in quel momento non era più un eroe della Resistenza ma un amico, che mai più avrei rivisto.

Come ho detto in occasione dell’incontro di aprile, parlandone allora al presente, Ennio era veramente una persona speciale. Capace di raccontare con delicata forza emotiva quei momenti, immergendosi nei ricordi ancora ferocemente vivi nella sua mente, per offrirli in maniera autentica a chiunque lo ascoltasse. Credeva fortemente nell’importanza di parlare ai più giovani della storia della Brigata Maiella e della sua lotta per la conquista della libertà. Per questo motivo, nonostante l’avanzare dell’età, cercava sempre di essere presente e di poter dare il suo contributo di ragazzo che aveva sposato una causa, inizialmente perché deluso dalla vita e arrabbiato col mondo, per poi scoprire di credere in un obiettivo più grande: la Liberazione di un Paese oppresso e allo stremo delle forze. Ennio amava concludere i suoi interventi rivolgendosi agli studenti con queste parole: “La libertà è un diritto di tutti gli uomini, va amata e se occorre difesa. Quello che ho fatto, lo rifarei”.

Oggi che Ennio e altri ultimi custodi dei ricordi di quegli anni ci stanno lentamente lasciando, mi appare sempre più chiara l’importanza imprescindibile della trasmissione della memoria di un periodo, da cui derivano i diritti di cui possiamo beneficiare.

Ringrazio, a nome della sezione Sulmona – Valle Peligna, la Dirigente Scolastica dell’Istituto Comprensivo “Gabriele Tedeschi” Cecilia M. Colombini, i docenti Annunziata Felice, Ivana Giunta, Ottaviano Incani, Elena Scafati e Asteria Sacchetta, per averci ospitato e dato la possibilità di conoscere i ragazzi e le ragazze della scuola. Questi ultimi hanno accolto con interesse il nostro intervento, facendo domande, proponendo spunti di riflessione e paragoni tra la Seconda guerra mondiale e le attuali situazioni di guerra nel mondo, dimostrando sensibilità e spirito critico.

In tutti noi, ma soprattutto in loro, si ripone con fiducia la speranza di poter imparare dagli errori del passato e di permettere alla memoria di resistere, a dispetto dell’azione erosiva del tempo e dell’uomo.

 

Alba Liberatore

 

Si ringraziano per la collaborazione il Presidente della Sezione Sulmona – Valle Peligna Giuseppe Di Iorio e i membri dell’Associazione Mario Di Salvo ed Ezio Liberatore.

Foto di Ezio Liberatore

 

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