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Associazione Nazionale "Brigata Maiella"

MEDAGLIA D'ORO AL Valor Militare

Sezione SULMONA - VALLE PELIGNA

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LA BRIGATA NEI DINTORNI DI IMOLA
PRIMI A BOLOGNA E OLTRE IL PO
LO SCIOGLIMENTO DEL GRUPPO
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IN ROMAGNA: terzo ciclo operativo

 

     L’annuncio del comandante in capo delle forze alleate, Generale Harold Alexander, che prevedeva un rallentamento delle operazioni militari durante l’inverno, non interruppe le operazioni della Brigata Maiella che combatté in stretto contatto con i polacchi. Dal 21 novembre veniva impegnata in tre giorni di scontri a Monte Castellaccio (Modigliana) e il 3-4 dicembre nei combattimenti per la liberazione di Brisighella che costò sei caduti e quattordici feriti nelle file dei Patrioti; negli stessi giorni, veniva liberata Ravenna con l’apporto della 28a Brigata partigiana “Gordini”.

 

     L’impresa impossibile venne realizzata a Monte Mauro, chiave di volta per l’offensiva alleata su Faenza. Nella notte del 16 dicembre, in una zona disseminata di mine Teller e anti-uomo, la II compagnia con il I e II plotone guidati dal Capitano Mario Tradardi, che cadde nell’azione, attaccarono i capisaldi alla sinistra del monte, mentre la I e la III compagnia l’assalivano da altri lati.

A sera tutti gli obiettivi furono raggiunti ed i tedeschi sbaragliati in tutta l’area.

     Dopo un mese di duri combattimenti, i soldati della Maiella passarono il Natale nelle retrovie, nel paese di Modigliana.

 

Oreste Andalò 


Dal 14 al 21 Aprile 1945 - la Brigata nei dintorni di Imola *

 

 

- 14 Aprile: I Compagnia. Alle ore 15 parte da Faenza per raggiungere la linea di fuoco. Alle ore 16 raggiunge San Prospero ma si sposta subito in avanti a Chiusura, indi fino alle case nella zona di Villa Pasquali dove giunge alle 20,30.                    . . .

Alle ore 20, Patrioti dei Plotoni avanzati riescono a catturare 12 tedeschi a casa Vernani.

 

- 15 Aprile: I Compagnia. Alle ore 5, in collaborazione con una Compagnia di soldati polacchi, ricomincia l’inseguimento del nemico. Sulla Via Emilia, dopo le prime operazioni, cattura 16 prigionieri. Alle ore 10 raggiunge Case Mezzo Campo, Casa Nova e Tombe dopo cinque ore di marcia ininterrotta     . . .

Pattuglie Avanzate in ricognizione, si spingono fino alla periferia di Imola.

- 16 Aprile: i Compagnia. Continuando l’avanzata ed il rastrellamento sulla via Emilia raggiunge Toscanella e si spinge poi fino al Km. 12 stabilendosi a Case di Sopra, Casa Colombara e Casa Bianca     . . .

 

- 17 Aprile: I Compagnia. Alle prime luci dell’alba, unitamente a truppe polacche, entra in Castel S. Pietro.     . . .

 

- 21 Aprile: I Compagnia. Alle ore 5 inizia l’attacco per l’occupazione di Bologna; oltrepassato l’Idice, avanza a cavaliere della Via Emilia unitamente ad un plotone Polacco della III Divisione Carpazi        . . .

Occupato S. Lazzaro di Savena ed oltrepassato il Savena, prosegue sulla Via Emilia rastrellando i campi adiacenti.

A 2 chilometri da Bologna viene fermata da reparti celeri polacchi e inglesi che vogliono sfruttare il successo così rapidamente ottenuto dalla Compagnia ma questa reagisce anche con le armi e riesce ad entrare in Bologna fra i primissimi reparti, accolta entusiasticamente dalla popolazione.

* Brani tratti dal “DIARIO STORICO della BRIGATA MAIELLA”


 

PRIMI A BOLOGNA E OLTRE IL PO    *

. . .

Il 19 e il 20 aprile la I Compagnia occupò fulmineamente, continuando sempre  a piedi l’avanzata, Maggio, Ozzano dell’Emilia, S. Cristoforo e raggiunse le sponde del torrente Idice catturando complessivamente 23 prigionieri e grande quantità di materiale bellico.

Analogo compito di rastrellamento svolse la IV Compagnia che, portandosi dietro su muli le riserve di viveri e munizioni, a piedi superò di slancio le truppe polacche intente anch’esse - ma motorizzate! - all’avanzata e catturò sette prigionieri. Il 20 aprile la I e la IV Compagnia trovarono accanita resistenza tedesca rispettivamente a Idice e a Villa Marescotti. La I Compagnia, dopo aver subito la perdita di tutto il materiale, incendiato da granate nemiche, e aver subito il ferimento del patriota Antonio Fata e del S. Tenente Galliano Oltremonti, superò le difese nemiche spingendosi fino a S. Lazzaro. La IV Compagnia, con abile manovra di accerchiamento, distrusse le forze tedesche a Villa Marescotti catturando 19 prigionieri tra cui alti ufficiali. Consegnati i prigionieri e il bottino alle truppe inglesi sopraggiunte, le due Compagnie predisposero all’alba del 21 aprile l’attacco per l’occupazione di Bologna. Procedendo a cavaliere della Via Emilia la I Compagnia infranse ogni sporadico tentativo di resistenza del nemico. Reparti celeri polacchi, montati su autoblinde, sfruttarono il successo così rapidamente ottenuto dalla Compagnia oltrepassando gli uomini della Maiella che marciavano a piedi e bloccandoli a due chilometri da Bologna con l’evidente proposito di entrare per primi nella città.

L’inqualificabile sopruso non fu peraltro tollerato dal S. Ten. Laudadio il quale si aprì con la minaccia delle armi il passo tra i carri armati polacchi entrando in Bologna assieme alla IV Compagnia e al reparto della Pesante tra le primissime truppe liberatrici e primi tra gli italiani. Entusiastiche accoglienze furono tributate agli uomini della Maiella dalla popolazione civile che, durante i duri mesi dell’oppressione, aveva appreso dalle radio clandestine e dalla stessa radio della Repubblica di Salò l’esistenza di questo reparto di patrioti italiani. Immediatamente riconosciuti i patrioti furono abbracciati e festeggiati; scene di incredibile commozione e di altissimo entusiasmo caratterizzarono tutta quella radiosa giornata.

Ma purtroppo la carenza cronica  di mezzi della “Maiella” impedì che l’unità fosse ulteriormente impiegata nell’inseguimento del nemico, che poteva essere effettuato soltanto da reparti celeri.

La Maiella, pertanto, si concentrò a Castel S. Pietro.

Tuttavia, il 1° maggio, alcuni ardimentosi al comando del S. Ten. Oreste Molini partirono su camionette Ford per raggiungere nuovamente il fronte. Superate Ferrara, Rovigo, Padova, Vicenza, dove furono calorosamente accolti dalle popolazioni, proseguirono verso Asiago. Nei pressi di Caltrano superarono di slancio truppe della V Armata americana, la cui avanzata aveva subito una battuta d’arresto a causa della resistenza opposta da reparti delle S.S. e delle Brigate nere, proseguendo per Cogollo del Cengio dove entrarono in contatto con pattuglie di partigiani delle Brigata “Sette Comuni”. Avvertiti dell’esistenza di focolai di resistenza nazi-fascista nei pressi di Pescala e di Asiago, superarono ogni titubanza dei partigiani locali e con l’aiuto di prigionieri russi disertori dell’esercito tedesco, ripararono velocemente la strada giungendo primi fra tutti ad Asiago. Il loro arrivo, preannunziato da speciali segnalazioni dei partigiani locali, diede luogo ad indescrivibili manifestazioni di entusiasmo.

Ai partigiani del Nord il S.Ten. Molini, a nome di tutta la Maiella, portò il saluto dell’Italia liberata riaffermando la fraternità di intenti e di ideali che ispirarono, al di qua e al di là del fronte, la guerra di liberazione. Il saluto fu ricambiato con messaggi dei partigiani locali.

Il 2 maggio, acclamati dalla popolazione e dai partigiani, i patrioti della Maiella lasciarono Asiago per rientrare alle basi. Lo stesso giorno in territorio italiano cessarono le ostilità e i patrioti della Maiella, primi fra i primi a prendere le armi contro l’oppressore tedesco, salutarono festanti la vittoria della libertà che era anche la loro vittoria. L’Avv. Troilo fece affiggere a Bologna un manifesto per il 1° maggio, così come aveva fatto a Casoli l’anno precedente.


 

LO SCIOGLIMENTO DEL GRUPPO   *

Alla fine delle ostilità la “Maiella” si concentrò a Castel S. Pietro in attesa di ordini e vi rimase per tutti i mesi di maggio e giugno disimpegnando il servizio d’ordine e provvedendo ad altre incombenze, prima tra le quali la bonifica dei campi  minati: l’opera meritoria costò la morte del patriota Domenico D’Alberto e il ferimento di altri. E gli ultimi lutti della Maiella furono costituiti dalla morte, incontrata in servizio, dei patrioti Antonio Persichetti e Nicola Cicchini, quest’ultimo veterano del Gruppo e padre di quattro figli.

. . .     La cerimonia di scioglimento fu fissata per il 15 luglio.

Nei giorni precedenti il Gruppo compì numerose esercitazioni dimostrando di essere diventato, anche formalmente un reparto perfetto. E in perfetto ordine, la mattina del 15 luglio, l’intera unità si schierò nella piazza di Brisighella cui sovrastano la Rocca, la Torre, il Belvedere, le asperrime posizioni conquistate d’assalto. La Piazza e le vie adiacenti erano stracolme di gente, dai balconi, dalle terrazze, perfino dai tetti si affacciavano ad applaudire i cittadini di Brisighella con un entusiasmo e una devozione che commuovevano tutti i patrioti.

. . .

*  Brani tratti dal libro “BRIGATA MAIELLA” di NICOLA TROILO


 


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