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Associazione Nazionale "Brigata Maiella"

MEDAGLIA D'ORO AL Valor Militare

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Romagna - PRIMI A BOLOGNA E OLTRE IL PO PDF Stampa E-mail
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Romagna
LA BRIGATA NEI DINTORNI DI IMOLA
PRIMI A BOLOGNA E OLTRE IL PO
LO SCIOGLIMENTO DEL GRUPPO
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PRIMI A BOLOGNA E OLTRE IL PO    *

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Il 19 e il 20 aprile la I Compagnia occupò fulmineamente, continuando sempre  a piedi l’avanzata, Maggio, Ozzano dell’Emilia, S. Cristoforo e raggiunse le sponde del torrente Idice catturando complessivamente 23 prigionieri e grande quantità di materiale bellico.

Analogo compito di rastrellamento svolse la IV Compagnia che, portandosi dietro su muli le riserve di viveri e munizioni, a piedi superò di slancio le truppe polacche intente anch’esse - ma motorizzate! - all’avanzata e catturò sette prigionieri. Il 20 aprile la I e la IV Compagnia trovarono accanita resistenza tedesca rispettivamente a Idice e a Villa Marescotti. La I Compagnia, dopo aver subito la perdita di tutto il materiale, incendiato da granate nemiche, e aver subito il ferimento del patriota Antonio Fata e del S. Tenente Galliano Oltremonti, superò le difese nemiche spingendosi fino a S. Lazzaro. La IV Compagnia, con abile manovra di accerchiamento, distrusse le forze tedesche a Villa Marescotti catturando 19 prigionieri tra cui alti ufficiali. Consegnati i prigionieri e il bottino alle truppe inglesi sopraggiunte, le due Compagnie predisposero all’alba del 21 aprile l’attacco per l’occupazione di Bologna. Procedendo a cavaliere della Via Emilia la I Compagnia infranse ogni sporadico tentativo di resistenza del nemico. Reparti celeri polacchi, montati su autoblinde, sfruttarono il successo così rapidamente ottenuto dalla Compagnia oltrepassando gli uomini della Maiella che marciavano a piedi e bloccandoli a due chilometri da Bologna con l’evidente proposito di entrare per primi nella città.

L’inqualificabile sopruso non fu peraltro tollerato dal S. Ten. Laudadio il quale si aprì con la minaccia delle armi il passo tra i carri armati polacchi entrando in Bologna assieme alla IV Compagnia e al reparto della Pesante tra le primissime truppe liberatrici e primi tra gli italiani. Entusiastiche accoglienze furono tributate agli uomini della Maiella dalla popolazione civile che, durante i duri mesi dell’oppressione, aveva appreso dalle radio clandestine e dalla stessa radio della Repubblica di Salò l’esistenza di questo reparto di patrioti italiani. Immediatamente riconosciuti i patrioti furono abbracciati e festeggiati; scene di incredibile commozione e di altissimo entusiasmo caratterizzarono tutta quella radiosa giornata.

Ma purtroppo la carenza cronica  di mezzi della “Maiella” impedì che l’unità fosse ulteriormente impiegata nell’inseguimento del nemico, che poteva essere effettuato soltanto da reparti celeri.

La Maiella, pertanto, si concentrò a Castel S. Pietro.

Tuttavia, il 1° maggio, alcuni ardimentosi al comando del S. Ten. Oreste Molini partirono su camionette Ford per raggiungere nuovamente il fronte. Superate Ferrara, Rovigo, Padova, Vicenza, dove furono calorosamente accolti dalle popolazioni, proseguirono verso Asiago. Nei pressi di Caltrano superarono di slancio truppe della V Armata americana, la cui avanzata aveva subito una battuta d’arresto a causa della resistenza opposta da reparti delle S.S. e delle Brigate nere, proseguendo per Cogollo del Cengio dove entrarono in contatto con pattuglie di partigiani delle Brigata “Sette Comuni”. Avvertiti dell’esistenza di focolai di resistenza nazi-fascista nei pressi di Pescala e di Asiago, superarono ogni titubanza dei partigiani locali e con l’aiuto di prigionieri russi disertori dell’esercito tedesco, ripararono velocemente la strada giungendo primi fra tutti ad Asiago. Il loro arrivo, preannunziato da speciali segnalazioni dei partigiani locali, diede luogo ad indescrivibili manifestazioni di entusiasmo.

Ai partigiani del Nord il S.Ten. Molini, a nome di tutta la Maiella, portò il saluto dell’Italia liberata riaffermando la fraternità di intenti e di ideali che ispirarono, al di qua e al di là del fronte, la guerra di liberazione. Il saluto fu ricambiato con messaggi dei partigiani locali.

Il 2 maggio, acclamati dalla popolazione e dai partigiani, i patrioti della Maiella lasciarono Asiago per rientrare alle basi. Lo stesso giorno in territorio italiano cessarono le ostilità e i patrioti della Maiella, primi fra i primi a prendere le armi contro l’oppressore tedesco, salutarono festanti la vittoria della libertà che era anche la loro vittoria. L’Avv. Troilo fece affiggere a Bologna un manifesto per il 1° maggio, così come aveva fatto a Casoli l’anno precedente.



 


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