Lionel Wigram in Abruzzo, guerrigliero tra guerriglieri |
Il libro di Denis Forman, “To Reason Why”, tradotto in italiano col titolo “Wigforce Story”, suggerito dall’autore stesso e col sottotitolo “L’eroico maggiore Wigram nella storia della Brigata Maiella” (D’Abruzzo libri, edizioni Menabò, gennaio 2012) presenta un quadro dettagliato e avvincente della personalità e dell’opera di Lionel Wigram. Testimonianza di amico e collega nella conduzione della guerra contro i tedeschi. Amicizia e corresponsabilità che non offuscano né limitano l’obiettività della descrizione. “Odio il nazismo, il credo nazista, i capi nazisti proprio quanto te, forse di più, ma io non posso trasferire questo odio sugli uomini di un plotone di fronte a me. Essi sono buoni soldati e probabilmente del tutto brava gente. Voi siete la più efficace arma anti-Hitler che ha questo esercito e il movimento della Scuola di Guerra…” Nel dialogo, aperto e amichevole, Forman mette in crisi Wigram, ebreo, sottolineando come gli ebrei, sentendosi una sola famiglia, abbiano “personalizzato” il loro odio verso i tedeschi. E’ evidente che Lionel Wigram, famoso avvocato, non concepiva la guerra come una vendetta degli ebrei contro i nazisti, ma focalizzando l’attenzione sul personale di fanteria, ritenuta l’arma principale per la vittoria in guerra, cercava di convogliare le pulsioni di aggressività verso “il nemico”.
Per questo aveva sviluppato nuovi metodi di esercitazioni militari, aveva contribuito alla creazione di scuole di combattimento, aveva pubblicato manuali divenuti famosi per gli eserciti di varie nazioni. E proprio per migliorare le azioni di combattimento e ridurre le perdite di vite umane, aveva analizzato gli errori della campagna d’occupazione della Sicilia. La relazione che ne aveva scritto, anche in base alla sua esperienza diretta, aveva avuto come effetto una violenta lavata di capo da parte del generale Montgomery, che l’aveva retrocesso da comandante di battaglione a comandante di compagnia. Nella relazione Wigram affermava che nella campagna di Sicilia i tedeschi si erano ritirati con poche perdite, mentre gli alleati ne avevano subite in maniera rilevante, a causa di una tattica sbagliata. La sua non era una critica demolitrice né intendeva accusare il comando supremo, ma si trattava di un servizio da tecnico, volto a migliorare le fasi di attacco. Purtroppo, davanti a Montgomery, non aveva avuto la possibilità di dare spiegazioni. E ne era uscito profondamente demoralizzato. “Sto cercando di abituare i nostri uomini a comportarsi decorosamente. Va bene prendere gli animali abbandonati, ma se c’è un proprietario, questi deve essere pagato… Stiamo combattendo questa guerra per il principio di una vita decente. Se non ci comportiamo bene verso questa gente non siamo migliori dei tedeschi”. Sulle rive del fiume Sangro, uno dei punti nevralgici della linea Gustav, si combatte la battaglia più lunga e violenta dell’autunno-inverno 1943-44. I tedeschi mostreranno tutta la loro crudeltà distruggendo paesi e linee di comunicazione, operando eccidi spaventosi (Pietransieri, S.Agata di Gessopalena), mantenendo ogni lembo di terra per non arretrare. In questi luoghi, straziati dai tedeschi, Wigram organizza i “guerriglieri” abruzzesi, dando vita alla “Wigforce”, così denominata da Forman. Si tratta del nucleo originario della “Banda patrioti della Maiella”, in seguito “Brigata Maiella”. Forman scrive: “La Wigforce sarebbe stata costituita da una colonna mobile di circa 300 guerriglieri e Lionel avrebbe considerato le diverse opzioni per il miglior uso di questa forza. Gli consigliai di abbandonare certi piani che sembravano troppo temerari. Gli dissi che veramente non poteva aspettarsi di vincere la guerra negli Appennini Centrali con una mano sola. Al generale Montgomery non sarebbe piaciuto.” Nel mese di gennaio 1944, mentre Forman resta a Casoli, Wigram organizza attacchi contro i tedeschi in varie località dell’Alto Sangro. Viene liberata Quadri e si progetta la liberazione di Pizzoferrato. Concludendo il rapporto sulla liberazione di Quadri, Wigram scrive: “Il morale qui è molto alto. Gli inglesi ed i guerriglieri hanno avuto il costante flusso di uomini che si offrono di farsi volontari e potrebbero aumentare di alcune centinaia se fossero fornite le armi. Anche le informazioni affluiscono in gran quantità e ritengo che se altre armi potessero essere fornite i guerriglieri potrebbero prendere e occupare Pizzoferrato e Gamberale.” La sera del 2 febbraio, con una forza di circa 150 uomini, si dirige verso Pizzoferrato. Alle quattro del mattino del 3 febbraio arriva il reparto principale. Sulla rocca vi sono fra i 30 e i 50 tedeschi. Racconta Forman, che si trovava a Casoli: « Fino a questo punto, sebbene la luna fosse troppo splendente per essere tranquilli, la sorpresa sembrava essere stata mantenuta. Mentre l’intera forza restava in un angoscioso silenzio pronta all’attacco, una sentinella tedesca aprì la porta della prima casa ed avanzò verso il punto dove stava Lionel. Quando fu ad una quindicina di metri, Lionel balzò in piedi e gridò in tedesco: “Siete circondati da una grande forza. Mani in alto. Vi tratteremo bene. Siamo inglesi.” La sentinella tedesca gettò il fucile, alzò le mani e camminò con calma verso Lionel. Lionel andò avanti con due guerriglieri per farlo prigioniero. Quando furono a pochi metri di distanza, la sentinella si gettò a terra. Un colpo fu sparato dalla finestra del pianterreno della casa che uccise istantaneamente Lionel».
Per questa interessante e utilissima opera su Wigram e sull’Abruzzo del periodo di guerra, siamo grati al giornalista e agente culturale Antonio Bini, della redazione della rivista “D’Abruzzo”, che si è attivato prendendo contatti direttamente con Denis Forman, dopo aver scritto per la rivista un articolo dal titolo “Grazie Maggiore Wigram”. Il libro è stato tradotto da Nino Di Carlo che, ragazzo della Casoli occupata dagli inglesi, conserva ancora l'indelebile ricordo di quel tempo. (Mario Setta) |