Conferimento del Premio Ettore Troilo |
Sulmona – Archivio di Stato – Sezione di Sulmona Conclusioni dell’Avv. Nicola Troilo Desidero ringraziare il Vice Sindaco di Sulmona per essere intervenuto a questa manifestazione in rappresentanza della città. Ringrazio tutti gli oratori che mi hanno preceduto: il Sen. Marini il Gen. Suffoletta, il Prof. Setta e gli amici Di lorio e Malvestuto. Ringrazio il Direttore dell'Archivio di Stato per la disponibilità dimostrata nell’ accoglierci. Ma ringrazio soprattutto il Prof. Umberto Dante e,per esso,tutto L'Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza per l'onore che hanno voluto farmi nell' assegnare il premio al mio libro. Saluto infine tutti gli ascoltatori che vedo così numerosi.
Debbo confessare che ho avuto molte perplessità nell' accettare questo riconoscimento. Un premio intitolato ad Ettore Trailo che viene attribuito al figlio non mi suonava bene,mi dava troppo la sensazione di “nepotismo” o, peggio ancora,di quel " familismo amorale" che purtroppo è una piaga della società civile italiana. Ma poi ho pensato che qui non si trattava di premiare un congiunto di una persona vivente e influente, poiché mio padre è scomparso trentasette anni fa, e ho anche considerato che io personalmente non sono mai intervenuto per fare indirizzare verso di me la scelta del Comitato che ha designato la mia opera. Ho deciso quindi di accettare ma accetto soprattutto perché il premio è un omaggio, più che alla mia modesta persona, alla figura di mio padre ( anzi di nostro padre perché qui è presente anche mio fratello Carlo) e alle gesta della Brigata Maiella.
Per questo motivo sono particolarmente lieto che questa manifestazione si svolga a Sulmona, motore e centro del movimento, che ha anche dato il suo contributo di sangue con la perdita di Amieto Contucci,Oscar Fuà e Renzo Sciore caduti in combattimento. E sono addirittura commosso nel vedere che in questa sala sono presenti ancora alcuni di quei valorosi, dal più anziano Gilberto Malvestuto al più giovane Ennio Pantaleo a cui va il mio più affettuoso saiuto.
Nicola Troilo
CONFERIMENTO DEL PREMIO ETTORE TROILO Intervento del Sig. Giuseppe Di Iorio In qualità di Presidente della Sezione di Sulmona dell’Associazione ex Patrioti della Maiella rivolgo, anche a nome degli ex patrioti e soci dell’Associazione, il saluto e il benvenuto alle autorità, al presidente dell’Istituto abruzzese per la Storia della resistenza e dell’Italia contemporanea,prof. Umberto Dante, all’avv. Nicola Troilo, al Senatore Franco Marini, al vice sindaco di Sulmona, Prof. Enea Di Ianni e ai cittadini di Sulmona e della Valle Peligna presenti in sala. Un particolare saluto e ringraziamento rivolgo agli operatori dell’Archivio di Stato di Sulmona e all’Associazione Smemoranda Sulmona per la collaborazione e l’allestimento di questa, fatemelo dire, riuscitissima manifestazione. Signori, è per me un grande onore rappresentare l’Associazione in una manifestazione così importante: la consegna del premio Ettore Troilo al figlio, avv. Nicola, per aver scritto un libro, direi “il libro”, sulla storia della leggendaria ed eroica Brigata Maiella, di cui fu fondatore, organizzatore e animatore la persona alla quale è intestato il premio: Ettore Troilo. La vita, le gesta, la grandezza del mitico Comandante di quel gruppo di valorosi che vollero combattere contro il fascismo e l’occupazione tedesca, che tanti lutti avevano provocato agli italiani e in particolare agli abruzzesi, sono ormai entrate nella storia d’Italia, tanto che l’avv. Ettore Troilo è stato ricompreso, occupando il decimo posto, nel novero dei cento italiani che hanno onorato la patria. Il riconoscimento, di elevatissimo valore per l’uomo, il politico, il combattente, il marito e il padre, deve inorgoglire tutti gli abruzzesi e, in particolare, i patrioti, di cui diversi viventi, che accorsero alla sua chiamata per combattere, insieme agli alleati, contro l’oppressione nazi-fascista fino alla liberazione completa dell’Italia. L’Istituto abruzzese per la Storia della resistenza e dell’Italia contemporanea, alla cui ideazione e fondazione l’avv. Ettore Troilo ebbe la parte principale, coadiuvato dai rappresentanti dell’ANPI e della FIAP e da Gilberto Malvestuto, che è stato uno dei suoi punti d’appoggio principale in tutti i più importanti avvenimenti, eventi e manifestazioni riguardanti il Gruppo Patrioti della Maiella, vero perno all’interno dell’Istituto avendo ricoperto le cariche più rappresentative assolvendo alle funzioni di vice presidente, di presidente e di vicario. Approfitto della circostanza per ringraziare Gilberto Malvestuto per la sua presenza che dimostra come , anche con gli anni che incalzano inesorabilmente, il suo attaccamento all’Associazione e agli ideali e valori che essa rappresenta sono sempre forti. Signori, nella cerimonia odierna di consegna del premio Ettore Troilo al figlio Nicola, su cui mi soffermerò brevemente alla fine dell’intervento, perché spetta ai relatori tracciarne le motivazioni e i contenuti, mi sia consentito di fare prima alcune riflessioni su colui al quale è stato intestato il premio, a colui che ha lasciato tanti ricordi di sé, che è stato studiato da attenti pensatori e storici ma che ha ancora lati da scoprire e valorizzare per la grandezza e la complessità del suo pensiero e della sua azione. Io vorrei trattenermi su due aspetti della sua personalità e cioè sull’uomo politico dal grande carattere, che fondava la sua essenza sulla democrazia e sul rispetto dei valori e ideali ad essa sottesi e sull’uomo dalla grande avvedutezza, capace di leggere e interpretare, più degli altri, i fatti prevedendone, con lungimiranza, i risvolti futuri. Ettore Trolio, socialista dalla giovinezza, perfezionò e completò il suo pensiero nelle lunghe frequentazioni che ebbero inizio nelle trincee alpine, durante la prima guerra mondiale, quando conobbe Emilio Lussu e che proseguirono a Milano, nel 1923-24, nell’abitazione di Filippo Turati, luogo di raccolta del nutrito gruppo socialista milanese e, in ultimo, a Roma dove lavorò nella segretaria di Giacomo Matteotti. L’uomo, così pesantemente impregnato di ideali socialisti, tanto da subire la continua attenzione del regime fascista fino alla vera e propria persecuzione, ebbe l’accortezza di non far pesare il suo pensiero politico nei riguardi della moltitudine di giovani e meno giovani che si unirono a lui nell’avventura della Brigata Maiella e che, se egli avesse voluto, potevano essere pesantemente influenzati dal suo pensiero: Ettore Troilo non approfittò mai del suo enorme ascendente verso i patrioti; egli rispettava le idee politiche di ognuno. Pretese solo, ma con poco sforzo, che tutti fossero antifascisti e antimonarchici. Nelle funzioni di Prefetto di Milano, dal 16 gennaio 1946 al 3 dicembre 1947, Ettore Troilo fu uomo di grande democrazia, rispettoso delle istituzioni anche a scapito degli interessi personali. Quando fu rimosso da Alcide De Gasperi, che su suggerimento del ministro Scelba volle annullare le nomine fatte dal CNL, scoppiò una insurrezione popolare; si dimisero, per protesta, molti sindaci e la prefettura fu occupata. Per evitare tumulti e per servire la Patria, Troilo diede le dimissioni persuadendo gli insorti al rispetto delle decisioni prese dal Governo. Una soluzione diversa poteva avere gravi ripercussioni sulla giovane democrazia italiana e sulla stabilità del nuovo stato repubblicano.
L’alto senso democratico di Troilo appare ancora quando si presentò a Milano, come candidato indipendente, nella lista del Fronte Popolare in occasione delle elezioni politiche del 18 aprile 1948.
Altro elemento importante della personalità di Troilo fu quello di capire, nella confusione e nel disorientamento generale, come intervenire ed organizzarsi per combattere i tedeschi invasori. Egli intuì immediatamente, a differenza di altri, che le azioni singole o di gruppo non potevano contrastare la grande potenza teutonica, anzi, azioni solitarie potevano essere controproducenti poiché avrebbero legittimato la reazione tedesca o la sua accentuazione.
Noi, oggi, abbiamo l’onore di partecipare alla consegna del premio Troilo a suo figlio Nicola che può definirsi il “cantore” delle gesta del Gruppo della Maiella. Egli, ancora fanciullo, ebbe il coraggio di lasciare la famiglia per seguire il padre ma anche per seguire il suo spirito di libertà seguendo l’esempio del padre ma emulando le scelte che tanti uomini, più grandi di lui, avevano fatto, anche a rischio della propria vita. |