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Conferimento del Premio Ettore Troilo PDF Stampa E-mail

SulmonaArchivio di StatoSezione di Sulmona

Conclusioni dell’Avv. Nicola Troilo

Desidero ringraziare il Vice Sindaco di Sulmona per essere intervenuto a questa manifestazione in rappresentanza della città. Ringrazio tutti gli oratori che mi hanno preceduto: il Sen. Marini il Gen. Suffoletta, il Prof. Setta e gli amici Di lorio e Malvestuto. Ringrazio il Direttore dell'Archivio di Stato per la disponibilità dimostrata nell’ accoglierci. Ma ringrazio soprattutto il Prof. Umberto Dante e,per esso,tutto L'Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza per l'onore che hanno voluto farmi nell' assegnare il premio al mio libro. Saluto infine tutti gli ascoltatori che vedo così numerosi.

 

Debbo confessare che ho avuto molte perplessità nell' accettare questo riconoscimento. Un premio intitolato ad Ettore Trailo che viene attribuito al figlio non mi suonava bene,mi dava troppo la sensazione di “nepotismo” o, peggio ancora,di quel " familismo amorale" che purtroppo è una piaga della società civile italiana. Ma poi ho pensato che qui non si trattava di premiare un congiunto di una persona vivente e influente, poiché mio padre è scomparso trentasette anni fa, e ho anche considerato che io personalmente non sono mai intervenuto per fare indirizzare verso di me la scelta del Comitato che ha designato la mia opera. Ho deciso quindi di accettare ma accetto soprattutto perché il premio è un omaggio, più che alla mia modesta persona, alla figura di mio padre ( anzi di nostro padre perché qui è presente anche mio fratello Carlo) e alle gesta della Brigata Maiella.
Il lettore vedrà che la prima parte del mio libro - quella cioè che comprende la ricostruzione della terribile occupazione tedesca, il raggiungimento della salvezza e della libertà rappresentate dagli Alleati, la formazione della Brigata e i primi cinque mesi della sua attività- si basa prevalentemente su ricordi personali perché io, all'epoca quattordicenne, sono stato coinvolto in prima persona in queste vicende; mentre la seconda parte - quella cioè che va dalla liberazione dei paesi della valle peligna fino allo scioglimento della Brigata, si fonda - oltre che su ricordi personali,peraltro qui molto più sporadici- sulla consultazione degli atti e dei documenti della Brigata, dell'Esercito Italiano,di quelli Alleati e sulla testimonianza di diecine di patrioti da me intervistati. Sotto questo aspetto - e lo dico senza falsa modestia - è senz' altro il libro più completo,minuzioso ed esauriente che sulla "Maiella" sia stato scritto perché la formazione è stata seguita giorno per giorno,località per località,dall’inizio alla fine. Il lettore noterà anche che ho fatto il maggior numero possibile di nomi di persone perché, quando ho scritto il libro, tutti o quasi tutti i patrioti erano ancora viventi ed ho voluto che il loro nome venisse ricordato nel tempo: Certo, non ho potuto nominare tutti i milleduecento patrioti della "Maiella" e mi dolgo di questo : ma tutti quelli che ho conosciuto, nominati o no, rimangono per sempre nel mio cuore.
Questa struttura del libro mi ha consentito di descrivere l'entusiasmo che i primi patrioti raccolti intorno a mio padre manifestarono quando finalmente giunse la notizia che i Comandi Inglesi avevano concesso l’ autorizzazione al Maggiore Lionel Wigram di costituire una formazione di volontari combattenti per la liberazione della zona, che è stato un entusiasmo veramente commovente e memorabile. Ma non mi ha consentito di descrivere l'analogo entusiasmo con cui i cittadini di quest'altro versante della Maiella accolsero la liberazione delle loro terre, perché non ero presente. Ma deve essere stato un entusiasmo travolgente come il primo se è vero, come è vero, che ai cinquecento patrioti venuti dal versante orientale della Maiella se ne aggiunsero altri cinquecento provenienti da Sulmona e da tutti i paesi della Valle Peligna- soprattutto Pratola- ma anche dalla Marsica e dall'Aquilano. Una folla di volontari che accorsero - talvolta anche a piedi!- fino a Recanati per arruolarsi nelle file della "Brigata Maiella" e che dettero infinite prove del loro coraggio e del loro amore per la Patria.

Per questo motivo sono particolarmente lieto che questa manifestazione si svolga a Sulmona, motore e centro del movimento, che ha anche dato il suo contributo di sangue con la perdita di Amieto Contucci,Oscar Fuà e Renzo Sciore caduti in combattimento. E sono addirittura commosso nel vedere che in questa sala sono presenti ancora alcuni di quei valorosi, dal più anziano Gilberto Malvestuto al più giovane Ennio Pantaleo a cui va il mio più affettuoso saiuto.
Ma ciò che vorrei emergesse soprattutto dal libro, oltre alle imprese dei combattenti, è il popolo abruzzese: questo magnifico popolo di uomini e di donne : il suo coraggio la sua determinazione,la sua incrollabile forza d'animo. E non è il caso che proprio qui a Sulmona e nella vicina Campo di Giove, prese vita quello straordinario movimento di aiuto ai prigionieri alleati evasi, che tanti riconoscimenti ha ottenuto da coloro cui questo movimento salvò la vita : e non possono essere qui non ricordati, a questo proposito,i fratelli Enzo e Torinto Sciuba.
Un movimento di popolo in cui non ci fu differenza tra combattenti e civili e che dimostrò, molto più che in altre parti d'Italia, l'amore per la propria terra,per la propria patria,per l’umanità,per la civiltà,per la libertà e la democrazia.
Tutto ciò non va dimenticato - e mi auguro che a questo impegno serva anche il mio libro- soprattutto in questo momento in cui il Paese è così dolorosamente diverso da quello che noi abbiamo conosciuto e amato.
Grazie a tutti
Sulmona,24 settembre 2011

Nicola Troilo
 


CONFERIMENTO DEL PREMIO ETTORE TROILO
Sulmona – Archivio di Stato – Sezione di Sulmona

Intervento del Sig. Giuseppe Di Iorio

In qualità di Presidente della Sezione di Sulmona dell’Associazione ex Patrioti della Maiella rivolgo, anche a nome degli ex patrioti e soci dell’Associazione, il saluto e il benvenuto alle autorità, al presidente dell’Istituto abruzzese per la Storia della resistenza e dell’Italia contemporanea,prof. Umberto Dante, all’avv. Nicola Troilo, al Senatore Franco Marini, al vice sindaco di Sulmona, Prof. Enea Di Ianni e ai cittadini di Sulmona e della Valle Peligna presenti in sala. Un particolare saluto e ringraziamento rivolgo agli operatori dell’Archivio di Stato di Sulmona e all’Associazione Smemoranda Sulmona per la collaborazione e l’allestimento di questa, fatemelo dire, riuscitissima manifestazione.

Signori, è per me un grande onore rappresentare l’Associazione in una manifestazione così importante: la consegna del premio Ettore Troilo al figlio, avv. Nicola, per aver scritto un libro, direi “il libro”, sulla storia della leggendaria ed eroica Brigata Maiella, di cui fu fondatore, organizzatore e animatore la persona alla quale è intestato il premio: Ettore Troilo.

La vita, le gesta, la grandezza del mitico Comandante di quel gruppo di valorosi che vollero combattere contro il fascismo e l’occupazione tedesca, che tanti lutti avevano provocato agli italiani e in particolare agli abruzzesi, sono ormai entrate nella storia d’Italia, tanto che l’avv. Ettore Troilo è stato ricompreso, occupando il decimo posto, nel novero dei cento italiani che hanno onorato la patria. Il riconoscimento, di elevatissimo valore per l’uomo, il politico, il combattente, il marito e il padre, deve inorgoglire tutti gli abruzzesi e, in particolare, i patrioti, di cui diversi viventi, che accorsero alla sua chiamata per combattere, insieme agli alleati, contro l’oppressione nazi-fascista fino alla liberazione completa dell’Italia.

L’Istituto abruzzese per la Storia della resistenza e dell’Italia contemporanea, alla cui ideazione e fondazione l’avv. Ettore Troilo ebbe la parte principale, coadiuvato dai rappresentanti dell’ANPI e della FIAP e da Gilberto Malvestuto, che è stato uno dei suoi punti d’appoggio principale in tutti i più importanti avvenimenti, eventi e manifestazioni riguardanti il Gruppo Patrioti della Maiella, vero perno all’interno dell’Istituto avendo ricoperto le cariche più rappresentative assolvendo alle funzioni di vice presidente, di presidente e di vicario. Approfitto della circostanza per ringraziare Gilberto Malvestuto per la sua presenza che dimostra come , anche con gli anni che incalzano inesorabilmente, il suo attaccamento all’Associazione e agli ideali e valori che essa rappresenta sono sempre forti.

Signori, nella cerimonia odierna di consegna del premio Ettore Troilo al figlio Nicola, su cui mi soffermerò brevemente alla fine dell’intervento, perché spetta ai relatori tracciarne le motivazioni e i contenuti, mi sia consentito di fare prima alcune riflessioni su colui al quale è stato intestato il premio, a colui che ha lasciato tanti ricordi di sé, che è stato studiato da attenti pensatori e storici ma che ha ancora lati da scoprire e valorizzare per la grandezza e la complessità del suo pensiero e della sua azione.

Io vorrei trattenermi su due aspetti della sua personalità e cioè sull’uomo politico dal grande carattere, che fondava la sua essenza sulla democrazia e sul rispetto dei valori e ideali ad essa sottesi e sull’uomo dalla grande avvedutezza, capace di leggere e interpretare, più degli altri, i fatti prevedendone, con lungimiranza, i risvolti futuri.

Ettore Trolio, socialista dalla giovinezza, perfezionò e completò il suo pensiero nelle lunghe frequentazioni che ebbero inizio nelle trincee alpine, durante la prima guerra mondiale, quando conobbe Emilio Lussu e che proseguirono a Milano, nel 1923-24, nell’abitazione di Filippo Turati, luogo di raccolta del nutrito gruppo socialista milanese e, in ultimo, a Roma dove lavorò nella segretaria di Giacomo Matteotti.

L’uomo, così pesantemente impregnato di ideali socialisti, tanto da subire la continua attenzione del regime fascista fino alla vera e propria persecuzione, ebbe l’accortezza di non far pesare il suo pensiero politico nei riguardi della moltitudine di giovani e meno giovani che si unirono a lui nell’avventura della Brigata Maiella e che, se egli avesse voluto, potevano essere pesantemente influenzati dal suo pensiero: Ettore Troilo non approfittò mai del suo enorme ascendente verso i patrioti; egli rispettava le idee politiche di ognuno. Pretese solo, ma con poco sforzo, che tutti fossero antifascisti e antimonarchici.

Nelle funzioni di Prefetto di Milano, dal 16 gennaio 1946 al 3 dicembre 1947, Ettore Troilo fu uomo di grande democrazia, rispettoso delle istituzioni anche a scapito degli interessi personali. Quando fu rimosso da Alcide De Gasperi, che su suggerimento del ministro Scelba volle annullare le nomine fatte dal CNL, scoppiò una insurrezione popolare; si dimisero, per protesta, molti sindaci e la prefettura fu occupata. Per evitare tumulti e per servire la Patria, Troilo diede le dimissioni persuadendo gli insorti al rispetto delle decisioni prese dal Governo. Una soluzione diversa poteva avere gravi ripercussioni sulla giovane democrazia italiana e sulla stabilità del nuovo stato repubblicano.

L’alto senso democratico di Troilo appare ancora quando si presentò a Milano, come candidato indipendente, nella lista del Fronte Popolare in occasione delle elezioni politiche del 18 aprile 1948.
Egli, pur avendo un grande successo con 18.820 voti, fu il primo dei non eletti. Il partito comunista ritenne opportuno far dimettere un suo eletto per lasciare il posto a Troilo, ma l’ex comandante della Brigata Maiella dimostrò, ancora una volta, il suo rigore umano e politico e non volle accettare, con fermezza e decisione, la proposta; lui, che si era presentato in qualità di indipenden
te nella competizione, riteneva prevalente la volontà degli elettori, che avevano premiato altri candidati che, quindi, meritavano di accedere al parlamento italiano. La sua severità, anche verso la sua persona, non poteva prestarsi a nessun gioco politico. Quanto è inconcepibile quel comportamento nella politica attuale!

Altro elemento importante della personalità di Troilo fu quello di capire, nella confusione e nel disorientamento generale, come intervenire ed organizzarsi per combattere i tedeschi invasori. Egli intuì immediatamente, a differenza di altri, che le azioni singole o di gruppo non potevano contrastare la grande potenza teutonica, anzi, azioni solitarie potevano essere controproducenti poiché avrebbero legittimato la reazione tedesca o la sua accentuazione.
Troilo ebbe la percezione immediata della situazione in atto, con tutti i risvolti politici e militari, e ritenne logico e producente, per bloccare l’azione militare tedesca fino alla loro completa sconfitta, di unirsi agli alleati fornendo tutto il supporto logistico e di conoscenza del territorio, prima, e poi con l’avanzata verso il nord, partecipando concretamente alle azioni militari.
L’intuizione di Troilo si manifestò nella sua giustezza poiché gli alleati pretendevano, opportunamente, lo scioglimento di tutti i gruppi e bande di partigiani e il loro disarmo.
Per essere accolti nella spedizione alleata, tra truppe di Paesi diversi, tra individui di tante razze, con il risentimento di tutti verso i “traditori” italiani, Troilo dovette dispiegare tutte le sue capacità di relazione, sopportando, spesso, vere e proprie ingiurie; dimostrando caparbietà e certezza delle sue idee, riuscì nell’intento: la sua banda, costituitasi appena dopo il consenso degli alleati in un vecchio palazzo di Casoli, iniziò l’avventura che trasformò dei semplici giovani delle montagne abruzzesi in soldati forti e coraggiosi che ricevettero encomi e riconoscimenti dall’esercito italiano e da quelli degli alleati, in particolare dall’esercito polacco.

Noi, oggi, abbiamo l’onore di partecipare alla consegna del premio Troilo a suo figlio Nicola che può definirsi il “cantore” delle gesta del Gruppo della Maiella. Egli, ancora fanciullo, ebbe il coraggio di lasciare la famiglia per seguire il padre ma anche per seguire il suo spirito di libertà seguendo l’esempio del padre ma emulando le scelte che tanti uomini, più grandi di lui, avevano fatto, anche a rischio della propria vita.
Ebbene il premio a Nicola Troilo, oltre a riconoscere tutto ciò, oltre a premiare lo scrittore dalla prosa chiara e schietta, scevra da retorica, deve essere un nuovo riconoscimento per la scelta fatta dagli uomini che si aggregarono alla Brigata Maiella, a Casoli ma anche a Sulmona e nella Valle Peligna, quando la banda si trasformò in Gruppo dandosi una vera e propria organizzazione militare.
Concludo ringraziando, ancora, i partecipanti a questa importante cerimonia.
Viva l’Italia, viva la Brigata Maiella.

 

 


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