TROILO DOMENICO Stampa

UN UOMO CHE LOTTÒ PER LA DEMOCRAZIA

Il presidente del Senato Franco Marini ricorda, in un articolo per “il Centro”, la figura di Domenico Troilo, il comandante partigiano scomparso domenica all’ospedale di Lanciano.

La scomparsa di Domenico Troilo mi rattrista profondamente. Rinnovo da queste pagine la partecipazione al cordoglio dei suoi familiari e dei suoi cari che ho espresso anche a nome dell’Assemblea del Senato della Repubblica. Il primo sentimento quando ho appreso la notizia della sua morte, è stato, accanto al dolore, il rinnovarsi di una gratitudine per chi, come lui, prendendo le armi per combattere i nazifascisti agì perché potesse nascere la democrazia nel nostro Paese.
Poco più che ventenne, di fronte alla ferocia dell’invasore nazista, sentì nel suo cuore generoso di dover fare qualcosa, di dover mettere a rischio se stesso, le sue speranze e le sue forze, per restituire la libertà al suo popolo. Sentiva di doverlo a sua madre, uccisa con una ventagliata di mitra da un aguzzino delle SS., alla sua gente che vedeva brutalizzata e violata da uomini senza pietà e senza dignità.
Con la scelta di incamminarsi sul sentiero della liberazione nazionale, Domenico Troilo ha scritto una pagina altissima della storia della Resistenza, alla quale ha dato un contributo forte e originale, attraverso la militanza nella Brigata Maiella, di cui divenne presto il vice Comandante, malgrado la sua giovanissima età. I “Lupi della Maiella” combatterono sempre davanti, dove infuriava il combattimento, con i nastrini tricolore sul petto e il sogno di rifare l’Italia nel cuore.
Dal fiume Sangro che scorre nel cuore dell’Abruzzo, fino all’altopiano di Asiago, la Brigata Maiella marciò coprendosi di onore e gloria, conquistando il rispetto degli alleati che in uomini come Ettore e Domenico Troilo, scoprirono italiani in grado di cancellare l’onta del fascismo e di contribuire alla nascita di una nazione rinnovata.
Non dobbiamo mai dimenticare e soprattutto dobbiamo aiutare i nostri figli e nipoti a non perdere la memoria di quei valorosi, come fu Domenico Troilo, la cui azione consentì di porre le prime pietre della Repubblica e offrire, alle generazioni che sarebbero venute dopo di loro, una nuova stagione di libertà e di giustizia.
Anche dopo la guerra, il nostro Comandante continuò a lottare per la nostra nazione, senza cedere mai di un millimetro alla sua coerenza di appassionato patriota, desideroso soprattutto di veder prosperare la Repubblica che aveva contribuito a fondare con tanto sacrificio. Per questo, continuava a fare violenza a se stesso, alle sue esigenze di persona ormai avanti negli anni, per partecipare a tutte le iniziative nelle quali si faceva memoria dell’epopea degli uomini della Maiella, perché soprattutto i giovani sapessero quanto era costata la democrazia nella quale viviamo e quanto valore avessero le istituzioni repubblicane.
La Costituzione, pilastro della Repubblica e bussola della nostra democrazia, è intrisa di quei valori forti e ne rispecchia la solidità e il vigore. La Costituzione, scritta dai Padri della Repubblica, non avrebbe avuto vita se in tanti, per i principi di libertà, di rispetto, di tolleranza, di giustizia, di amore fraterno non avessero rischiato, e molti di loro perso, la propria vita.
A Domenico Troilo che ci ha lasciato giunga un grato pensiero di riconoscenza della comunità nazionale.


Franco Marini - Presidente del Senato della Repubblica italiana.